Classe 2A: di Prampolini, Galloni, Boakye Sarpong
Il sole splendeva, non avendo altra alternativa su niente di nuovo, rimaneva soltanto la terra che era nel caos, a causa di una guerra la guerra dei Titans; una tecnologia avanzatissima che comprendeva nel suo arsenale di armi da guerra dei robot giganti. A causa dell’eccessivo uso di armamenti nucleari la Terra divenne invivibile. Ma nonostante il conflitto l’umanità mise da parte le sue differenze e decise di salvarsi. Grazie ad a un’avanzata tecnologia simile a quella dei Titans, l’umanità riuscì a costruire una gigantesca nave spaziale chiamata “Ark-Discovery 105” che aiutò l’umanita a trovare una nuova casa. L’Ark è una nave “generazionale” cioè progettata per fornire le risorse necessarie per il sostentamento dei suoi passeggeri per diverse generazioni. Delle biosfere ospitavano intere coltiovazioni e fattorie che permettevano la produzioni di alimenti non sintetici. Diverse aree dell’astronave erano dedicate alla ricerca, sia militare che medica, mentre un sofisticato sistema operativo, un computer neurale di ultima generazione, garantiva la memoria della storia dell’umanità dall’arte alle scoperte scientifiche; questo settore era particolarmente curato perchè non volevano perdere il contatto con il passato, con la terra che eravamo stati costretti ad abbandonare.
Questo è tutto quello che conosco sull’Ark, so che ci sono altr settori, altre zone segrete, di cui so l’esistenza ma non l’ubicazione, solo le più alte cariche al comando hanno informazioni in merito, ma non io; io sono jack Cooper un semplice soldato come tanti. Sono nato su questa nave nel 2107 dopo solo due anni dalla sua partenza, ho conosciuto la terra solo dai racconti dei miei genitori, mi dicevano che prima della guerra era magnifica, vista dallo spazio era una palla azzurra e verde, ma quando l’avevano abbandonata, dallo spazio si vedeva solo una roccia senza vita, ora per ricordarsi della loro patria guardano fotografie antiche stampate sulla carta dove i colori sbiaditi dal tempo gli ricordano quanto era bella prima dell’olocausto nucleare. In quei momenti, mi ricordo ancora che mia madre piangeva sempre, pensando alla terra e ai suoi genitori che non avevano voluto partire.
Il sistema propulsivo “Black Hole Matrix Manipulator” permetteva l’utilizzo dei Buchi Neri per poter viaggiare nella galassia, utilizzando gli stessi come corridoi spaziali e percorrendo migliardi di chilometri in pochi giorni. Il mio racconto comincia proprio in questo periodo, quando l’umanità nel 2130 aveva colonizzato diversi pianeti, sembrava che questa nuova società fosse diretta verso centinaia di anni di pace e prosperità, ma l’uomo non impara mai dai suoi errori, continuando a ricercare il profitto del singolo piuttosto che il benessere di una razza.
La I.M.C., la società che aveva costruito le astronavi, rivendicava la proprietà dei pianeti e sulle loro risorse. Come ovvio che sia i coloni delle nuove terre non erano d’accordo, così erano cominciati, prima dei piccoli tafferugli che nei mesi successivi si erano trasformati in scontri sempre più sanguinosi. Se in un primo momento le truppe organizzate e ben armate dell’ I.M.C. sembravano inarrestabili e senza validi avversari, l’entrata in guerra delle milizie coloniali, veterani delle lontane guerre terrestri, avevano temporaneamente bilanciato le forze in campo.
La guerra richiedeva ogni giorno nuovi soldati/vittime da buttare sul campo di battaglia, io più per stupidità che per coraggio, all’età di diciassette anni mi sono aruolato nella fanteria aviotraspotata; anche se il mio sogno era diventare un pilota di Titan. Il capitano Tai Lastimosa, amico di mio padre, mi addestrava segretamente mediante simulazioni olografiche, per diventare un pilota, era proprio questo su cui stavo riflettendo quando la Sulaco, nave da trasporto truppe,mi stava portando sul pianeta Hantuma, dove una nostra colonia era stata attaccata. Dall’oblò potevo vedere le astronavi di scorta e la nave ospedale, metre sopra di noi il ventre della Solareclipse, nave da trasporto pesante, impediva di vedere il resto del convoglio. Ad un tratto il segnale di allarme, tutte le luci si spnsero e si accesero le luci di emergenza, una voce all’interfono gridava dando le disposizioni all’equipaggio e imponendo a noi della fanteria di non muoverci per evitare di intralciare l’equipaggio. Dall’ultimo ordine che sentii al boato passarono pochi secondi. Un siluro aveva centrato la plancia di comando, uno stridio di metalli contorti getto nel panico molti elementi del mio plotone che cominciarono a correre verso le scialuppe di emergenza, vi entrarono e si fecero espellere dalla Sulaco; purtroppo altri dieci siluri colpirono la Solareclipse che come una grossa e grassa balena colpita da un arpione si piego su un fianco andando a bloccare la via di fuga delle scialuppe che si schiantarono nel suo ventre ed esplodendo e squarciando il ventre dell’imponente astronave. Esplosione dopo esplosione in un susseguirsi di fuochi la nave cominciò a precipitare verso il pianeta Hantuma, qualche chilometro sotto di noi. La Sulaco, se pur gravemente danneggiata resisteva inerte nello spazio. Solo alcune ore dopo mi resi conto di ciò che era accaduto, l’intera flotta era stata distrutta, navi in fiamme e corpi che galleggiavano nello spazio era quello che rimaneva di noi. Io ero ciò che rimaneva del mio reparto; inconsciamente, o per l’addestramento a cui mi ero sottoposto, durante l’attacco mi ero messo il casco con il respiratore a mi ero ben legato al sedile, lo scontro con un altra nave o forse un siluro aveva aperto uno squarcio sul nostro fianco e da li erano stati risucchiati molti dei miei compagni.
Una mano sulla spalla, una mano che bussa sul mio casco, mi giro di scatto è un marinaio dentro alla sua tuta che mi fa segno di seguirlo arriviamo a quella che dovrebbe essere la sala macchine, ora possiamo togliere il casco, mi guarda in faccia e mi urla.
_ dobbiamo scendere, la Sulaco non reggera ancora molto. Mi senti? Vedo muovere le labbra ma non ti sento. Ero vicino ai condensatori quando siamo stati colpiti, mi devono sìesseere scoppiati i timpani.
Non potevo parlargli, era diventato sordo. Gli feci segno di farmi strada e lo seguii. Attaccata con un tubo di collegamento una scialuppa di salvataggio con dentro una ventina di persona che ci aspettavano, superstiti di un equipaggio di oltre mille uomini.
La scialuppa planò sul pianeta e li ad attenderci non cera di certo il comitato di benvenuto. Gli uomini miracolosamente scampati al massacro e atterrati erano stati prontamente attaccati dalle truppe di terra dell’IMC. Lo scontro era impari, noi con armi convenzionali e qualche blindato malconcio sopravissuto all’atterragio forzato, loro con armamenti moderni blindati pesanti e qualche Titan che si divertiva a fare il tirassegno con i poveri fanti che tentavano eroicamente di avvicinarsi per colpirli con le granate. Atterrati il sergente cominciò a gridare, il frastuono era assordante, esplosioni le grida dei feriti saturavano le mie orecchie.
_ Fuori dalla navicella, siete un bersaglio troppo facile, cercate un arma tentate di farne fuori il più possibile prima di crepare, perchè questo è il nostro destino oggi.
_ Cominciai a sparare contro ogni cosa che non aveva la mia divisa, mi spostai dietro il rottame di un blindato esploso, riuscii a recuperare un lancia razzi e con l’aiuto di alcuni compagni cominciammo il nostro tentativo di controffensiva, avevamo solo dieci razzi ma molto coraggio. Riuscimmo ad avvicinarci ad un Titan, abbastanza da fargli esplodere un razzo nell’articolazione della sua gamba sinistra e vederlo cadere al suolo, a quel punto i miei compagni riuscirono ad arrivare al pilota e a finire il lavoro. La nostra iniziativa non passò inosservata, molti altri uscirono dai rifugi dove aspettavano la loro fine e ci seguirono. L’IMC non vedendo una soluzione veloce del problema abbandonò l’assedio della colonia e convogliò tutte le sue truppe contro di noi. Dopo un ora dall’inizio della nostra reazione le forze nemiche si trovarono bloccate, ma l’arrivo di uno squadrone di Titan scortati da carriarmati e truppe fresche. Vedendoli arrivare molti si scoraggiarono, ma non abbandonarono le loro posizioni, continuarono a sparare e finiti i colpi attaccarono i nemici all’arma bianca. Finiti i razzi, finite le munizioni eravamo rassegnati a morire. L’IMC non fa prigionieri. Un Titan enorme si avvicinò alla mia postazione, mi alzai in piedi pronto a ricevere il colpo di grazia.
_ Abbassati Jack, stai al riparo.
_ Ci uccideranno comunque sergente, meglio morire in piedi che rannichiato in un buco.
Il pilota del Titan si fermò, mi guardò e alzò il braccio del colosso d’acciaio. Non chiusi gli occhi volevo vedere il cielo per l’ultima volta. Un sibilo un boato, vedo il braccio del Titan volare via, un altro sibilo e un missile colpisce in pieno la cabina, sento solo la mano del sergente che mi tira dentro a quel buco che poco prima avevo disprezzato. Un susseguirsi di esplosioni boati e grida di eccitazione, ora dal cielo cominciano a piovere Titan e aviomezzi da sbarco, riconosco i colori sul Titan che atterra vicino alla mia tana, nero e verde i colori della guarnigine del Capitano Lastimosa.
Nei giorni successivi i due schieramenti si scontrarono pesantemente. Dopo la ritirata iniziale le truppe IMC si riorganizzarono e contrattaccarono infliggendo pesanti perdite. Durante la notte, in un momento di tregua tra le due fazioni, il capitano mi incaricò di procedere verso le linee nemiche con un piccolo gruppo di uomini e di far saltare i generatori che fornivano di energia i titan. Reclutati alcuni volontari ci fecero attraversare il fiume tamur su delle canoe, arrivati sull’altra riva camminammo per alcuni chilometri e arrivati al campo nemico puntammo i nostri lanciarazzi sul generatore, aspettavamo solo il segnale del nostro osservatore avanzato.
_Roy vedi il generatore?
_si signore, ma credo che abbiamo un problema!
_ cosa succede, rientra tra un minuto apriamo il fuoco.
_ Signore hanno legato dei civili e alcuni dei nostri intorno al generatore.
_ C….o, sospendere, ripeto sospendere. Chiedo istruzioni al comando.
La risposta fu rapida e spietata, la distruzione del generatore era vitale per la vittoria, ma non per i prigionieri che erano sacrificabili. Avevamo solo un ora per liberarli e far saltare tutto oppure far saltare tutto senza salvarli, a noi l’ardua sentenza.
_ Che …. lasciano a noi la scelta, se ne lavano le mani. Ok restate qua, provo a liberarli. Se tra mezz’ora non sono di ritorno aprite il fuoco.
_ Da solo non c’è la farai veniamo anche noi due.
Roy ed Henry erano i miei compagni di avventure e disavventure dalle scuole elementari, ci eravamo ritrovati durante gli scontri di quei giorni ed ora ancora inseparabili anche in questa stupidaggine, liberare dei prigionieri all’interno di un campo IMC.
_ Questa e una delle cavolate più grosse che stiamo per fare.
_Ne siamo più che convinti, ma come si dice, si vive una volta sola.
_ Non vorrei fare il guasta feste, ma se per questo si muore anche una volta sola.
Tra una stupidagine e l’altra, dette solo per sollevarci il morale, eravamo arrivati al limite del campo, a quella distanza notammo dei movimenti strani dei prigionieri.
_ Ma cos’hanno, sembra siano inpreda a convulsioni.
_ Passami il binocolo Henry.
Roy guardò e quando spostò il binocolo il suo volto era sconvolto, come se non volesse credere a ciò che vedeva. Rimanendo sdraiato a terra si avvicinò ulteriormente e quando tornò da noi era disgustato da ciò che aveva visto.
_ sono tutti morti, li hanno legati e sgozzati come maiali. Li hanno collegati a dei defribillatori e ad itervalli gli danno una scarica per farli muovere. Sono degli animali dobbiamo spazzarli via.
_ Ok Roy. Torniamo.
Mentre tornavamo alla nostra postazione diedi l’ordine di aprire il fuoco, nell’arco di pochi minuti una colonna di fuoco si sollevo nel cielo, era il segnale che il capitano Lastimosa attendeva. Ogni mezzo della milizia coloniale, ogni uomo, ogni Titan si mosse contro le truppe degli invasori, anche se superiori di numero, ora avevano solo un ora di automia prima che i loro Titan non avessero più energia. La battaglia era diventata una lotta di sfiancamento, le ruppe a terra combattevano il grosso della flotta, nello spazio evitava l’approvigionamento alle truppe IMC. La battaglia fu un sucesso tattico, ed io ne fui protagonista, il capitano Lastimosa perse un braccio durante la battaglia a causa del esplosione di un Titan nemico, troppo vicino alla cabina del suo; per il suo eroismo sul campo di battagli e le sue strategie, venne nominato colonnello e si ritirò dalla squadriglia dei Titan. Ed io? Ho finito l’addestramento sui Titan, ora piloto BT-7274 il mitico Titan del Colonnello Lastimosa, e comando il II° reparto corazzati pesanti e difendo le colonie.
Lasciate che concluda la mia storia spiegandovi una cosa, nella vita ci possono essere tante priorità, ma solo una è realmente importante sarà quella che caratterizzerà la vostra vita, cos’è?
Ogni persona deve trovare la propria, io l’ho trovata e voi?
PERSONAGGI:
Protagonista
Nome: Jack
Cognome: Cooper
Nato il: 05/02/2107
A: sulla nave “Ark-Discovery 105”
Cittadinanza: Americana
Residenza:Tyronova pianeta natale della resistenza
Stato civile: Celibe
Professione:Soldato
Statura: 1,87 cm
Capelli:Castani
Occhi:marroni
Caratteristiche :Tenace, coraggioso, sicuro di se’, capace di guidare un gruppo senza problemi, sogna di diventare un pilota di Titan, relazione molto stretta con i suoi genitori ed i suoi amici di infanzia Henry e Roy.
ANTAGONISTA
Nome: I.M.C.
Fondato nel: 2110
Caratteristiche: Associazione inizialmente produttrice di astronavi che successivamente rivendica i pianeti colonizzati e le loro risorse scatenando una guerra interplanetaria allo scopo di arricchirsi.
AIUTANTE
Nome: Roy
Cognome: Vladimir
Nato il: 13/12/2107
A: “Ark-Discovery 105”
Cittadinanza: Russa
Residenza:Tyronova pianeta natale della resistenza
Stato civile: Celibe
Professione:Solda(Ricognitore avanzato)
Statura: 1,92cm
Capelli:Castani
Occhi:Verdi
Segni particolari:Nato anchesso sulla Ark ma poco dopo lo scoppio della guerra del’I.M.C. Perde i suoi genitori , che sono tra leprime vittime del conflitto per questo si aruola nel esercito della milizia per vendicare i suoi genitori.
per inviarmi articoli da scrivere e successivamente pubblicare sul blog, scrivetemi a robbylume@gmail.com