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Albania: le mete imperdibili

Ogni estate torno a casa. Certo, Reggio è casa mia, ma anche Tirana lo è. Il mio cuore è diviso a metà tra la quotidianità emiliana e le estati albanesi. Qui di seguito condivido alcuni dei posti in cui consiglio di andare nel caso in cui abbiate voglia di fare un giro in quella che potrei per scherzo considerare la mia “residenza estiva”. 

Prima tappa, TIRANA.
Tirana (in albanese: Tiranë localmente detta Tirona) è la capitale e la città più grande dell’Albania. La sua estensione territoriale la rende uno dei comuni più estesi d’Europa. Situata geograficamente al centro del Paese, circa 35 km a est di Durazzo e circa 40 km a nord-ovest di Elbasan, sorge in una valle racchiusa da montagne e colline (Monte Dajt a est, le colline di Kërrabë e Sauk al sud, le colline Vaqarr e Yzberisht a ovest e Kamzë a nord) e affiancata da diversi laghi e da una riserva naturale nazionale ( parku i madh)

 

 

Un ponte per l'ALBANIA - Tirana e Durazzo - Domino ExperienceSeconda tappa: Durazzo (in albanese: Durrës o anche Durrësi) è un comune albanese di 113 249 abitanti, capoluogo dell’omonima prefettura, nonché seconda città dell’Albania per numero di abitanti dopo la capitale. Antichissimo centro di fondazione illirica, fu colonizzata secondo la tradizione nel 626 a.C. dagli antichi greci, divenendo uno dei principali centri del mare Adriatico. Dopo aver acquisito particolare importanza sotto il dominio romano, a cui si deve uno dei principali simboli della città, l’anfiteatro, che si trova sulla lista dei siti candidati a patrimonio dell’umanità, la città fu governata dai bizantini, per esser poi spesso oggetto di razzia da parte di bulgari, ostrogoti e slavo-serbi. Nel XIII secolo la città fu contesa tra Venezia e Costantinopoli, scacciate poi dai Normanni e infine dagli Angioini, che rafforzarono le difese durazzesi. Dopo il dominio ottomano, durato circa quattro secoli, Durazzo divenne nel 1912 capitale del principato d’Albania, ricoprendo un ruolo fondamentale nei diversi stadi d’evoluzione della moderna Repubblica d’Albania


Lumi i Shales, Albania | Shala River | Liqeni i Komanit

Terza tappa: Il Lago di Koman. Un lago artificiale formato da tre fiumi che lo alimentano: il Drin (che passa poi da Lezha e va a formare la Laguna Vain , il Valbona  e il fiume Shale. Il lago copre un area di circa 30 km quadrati ed si dirama in una gola molto stretta che fu inondata con la costruzione della diga tra il 1979 e il 1988 ( mi sembra di ricordare dai “compagni” cinesi) . In realtà le dighe sono tre ma la più alta ,questa a Koman che da vita al lago è quella che ha determinato la formazione di questo posto di una bellezza incontaminata… Arrivare a Koman non è difficile ma purtroppo i 27 km che dividono il paesino da Scutari, sono 27 km di curve da fare ai 50/30 km orari in una strada dissestata ( ma percorribile con qualsiasi macchina) che speriamo venga presto sistemata.

VLORA INDIPENDENCE MONUMENT

E, per finire, il Vlora Indipendence Monument.
Nel 1969, il dittatore albanese Enver Hoxha scrisse una lettera aperta indirizzata a Kristaq Rama, Shaban Hadëri e Muntaz Dhrami – gli scultori più importanti dell’Albania socialista – che conteneva una serie di considerazioni concettuali ed estetiche relative alla creazione dell’imponente Monumento all’Indipendenza di Valona. poi realizzato dagli scultori. Anche i tre scultori risposero con una lettera aperta e questo scambio divenne successivamente uno dei documenti chiave della storia culturale socialista albanese. Questo articolo considera il modo in cui queste lettere hanno funzionato per modellare la narrazione del rapporto tra arte e potere politico e la narrazione della storia in Albania. Esplora i tipi di azione attribuiti al dittatore, agli scultori statali e all’opera d’arte monumentale, e considera come il discorso che circonda lo scambio sia servito a concettualizzare il processo di creazione della scultura pubblica sotto il socialismo come riflesso della natura intrinsecamente collaborativa della contemporaneità socialista.
 
 
 
 
 
 

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