Spesso, specialmente durante il periodo scolastico, ci capita di passare notti insonni per assolvere ai nostri progetti, per concludere i nostri studi, oppure festeggiando (perché no?).
E va sempre a finire che recuperiamo il sonno l’ indomani accumulando del lavoro arretrato o tardando ad appuntamenti importanti (magari presentandosi stanchi).
Tutto ruota intorno al tempo, sembra di non poterne avere mai abbastanza e quindi tentiamo di risparmiarne il più possibile; e se vi dicessi che c’è un modo per risparmiare tempo sul sonno senza perdite nella produttività? Questo è il sonno polifasico.
Trattasi infatti della suddivisione del tempo dedicato al sonno di ogni giornata per ridurre al massimo quello passato in sonno leggero e pesante e dedicarne di più alla fase REM: di fatto solo quando ci ritroviamo in quest’ultima fase di riposo il nostro cervello scarica la tensione e il sonno è veramente efficace. Le persone più fortunate possono ridurre la quantità di sonno da 8 ore a 2 ore notturne più uno/due pisolini da 1 ora pomeridiani.
In sintesi l’ importante non è importante quanto dormire ma come dormire: è necessario suddividere le fasi di sonno e di veglia a non meno di 4 ore di distanza, cercare di non dormire in luoghi troppo luminosi o quantomeno di farlo senza una mascherina da notte per non danneggiare la produzione della Melatonina (un ormone che viene prodotto solo durante il sonno in assenza di luce) e interrompere l’uso di sostanze che possono influire chimicamente sul sonno come la caffeina, alcolici e nicotina.
Di certo sono presenti alcune controindicazioni: per esempio una volta abituati a questo sistema diventa vitale rispettare le ore di sonno o quantomeno di non rimandarle in modo da influire sulle 4 ore di veglia minime inoltre, dormire poco, può facilitare l’insorgere di obesità, malattie cardiache, diabete e ipertensione. Anche viaggiare può diventare un problema in quanto abituarsi a un fuso orario basato su questo sistema è molto difficile e richiede tanta tenacia.
Tuttavia se seguito correttamente si tratta di uno stile di vita che presenta molti vantaggi tra i quali:
- un incremento della concentrazione in seguito alla riduzione della stanchezza dovuta al non dormire da troppo tempo
- una migliore qualità del sonno dovuta all’ adattamento del nostro cervello il quale assume la capacità di entrare in fase REM quasi subito e quindi di eliminare la tipica sonnolenza post-risveglio
- aumentare la disponibilità di tempo giornaliero
- facilitare un eventuale dieta grazie al maggior tempo passato in fase di veglia.
Ricordo inoltre che il sonno polifasico non è un metodo “moderno”, sembra che si tratti di una tattica adoperata da illustri personaggi del passato quali Leonardo Da Vinci, Napoleone, Thomas Edison ecc…
Alcuni esempi di Cicli verificati sono:
il ciclo Uberman prevede sonnellini di 20 minuti ogni 4 ore, senza nessuna fase centrale di sonno prolungato, ma solo tanti riposi frammentati. Il ciclo Everyman prevede invece una fase di sonno “lunga” che può variare da un’ora e mezza fino a 4 ore, e brevi sonnellini di 20 minuti durante la giornata.
Disclaimer: il sonno è una cosa seria e qui non sono contenuti consigli di carattere medico, ma tesi scientifiche e che quindi non possono essere adattate a ogni singolo soggetto. Voi non dimenticate di approfondire e sperimentare… sempre.
Spesso, specialmente durante il periodo scolastico, ci capita di passare notti insonni per svolgere i nostri progetti, per concludere i nostri studi, oppure festeggiando (perché no?).
E va sempre a finire che recuperiamo il sonno l’indomani accumulando del lavoro arretrato o tardando ad appuntamenti importanti (magari presentandoci stanchi).
Tutto ruota intorno al tempo, sembra di non poterne avere mai abbastanza e quindi tentiamo di risparmiarne il più possibile; e se vi dicessi che c’è un modo per risparmiare tempo sul sonno senza perdite nella produttività? Questo è il sonno polifasico.
Trattasi infatti della suddivisione del tempo dedicato al sonno di ogni giornata per ridurre al massimo quello passato in sonno leggero e pesante e dedicarne di più alla fase REM: di fatto solo quando ci ritroviamo in quest’ultima fase di riposo il nostro cervello scarica la tensione e il sonno è veramente efficace. Le persone più fortunate possono ridurre la quantità di sonno da 8 ore a 2 ore notturne più uno/due pisolini da 1 ora pomeridiani.
In sintesi l’importante non è quanto dormire ma come dormire: è necessario suddividere le fasi di sonno e di veglia a non meno di 4 ore di distanza, cercare di non dormire in luoghi troppo luminosi o quantomeno farlo con una mascherina da notte per non danneggiare la produzione della Melatonina (un ormone che viene prodotto solo durante il sonno in assenza di luce) e interrompere l’uso di sostanze che possono influire chimicamente sul sonno come la caffeina, alcolici e nicotina.
Di certo sono presenti alcune controindicazioni: per esempio una volta abituati a questo sistema, diventa vitale rispettare le ore di sonno o quantomeno non rimandarle, in modo da non influire sulle 4 ore di veglia minime. Inoltre, dormire poco può facilitare l’insorgere di obesità, malattie cardiache, diabete e ipertensione. Anche viaggiare può diventare un problema in quanto abituarsi a un fuso orario basato su questo sistema è molto difficile e richiede tanta tenacia.
Tuttavia se seguito correttamente si tratta di uno stile di vita che presenta molti vantaggi tra i quali:
- un incremento della concentrazione in seguito alla riduzione della stanchezza dovuta al non dormire da troppo tempo
- una migliore qualità del sonno dovuta all’ adattamento del nostro cervello il quale assume la capacità di entrare in fase REM quasi subito e quindi di eliminare la tipica sonnolenza post-risveglio
- aumentare la disponibilità di tempo giornaliero
- facilitare un eventuale dieta grazie al maggior tempo passato in fase di veglia.
Ricordo inoltre che il sonno polifasico non è un metodo “moderno”, sembra che si tratti di una tattica adoperata da illustri personaggi del passato quali Leonardo Da Vinci, Napoleone, Thomas Edison ecc…
Alcuni esempi di Cicli verificati sono:
il ciclo Uberman prevede sonnellini di 20 minuti ogni 4 ore, senza nessuna fase centrale di sonno prolungato, ma solo tanti riposi frammentati. Il ciclo Everyman prevede invece una fase di sonno “lunga” che può variare da un’ora e mezza fino a 4 ore, e brevi sonnellini di 20 minuti durante la giornata.
Disclaimer: il sonno è una cosa seria e qui non sono contenuti consigli di carattere medico, ma tesi scientifiche e che quindi non possono essere adattate a ogni singolo soggetto. Voi non dimenticate di approfondire e sperimentare… sempre.