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Monteore formativo con Messori!

Il programma del Monteore del Nobili del 15 aprile proponeva torneo di calcetto, aula musica, aula svago, aula studio e una novità, l’incontro formativo con il Fondatore e capitano della Nazionale Italiana Calcio amputati Francesco Messori. In Aula Magna, grazie al prof. di Religione Antonio Franco, numerosi studenti hanno potuto conoscere la storia di Francesco, ventenne di Correggio, che ha fatto del suo limite un’opportunità donando speranza anche ad altri giocatori. Il titolo dell’incontro, “It’s only one leg less – una passione che va oltre”, già spiega tutto: senza una gamba dalla nascita, infatti, Francesco ha rinunciato ben presto alla protesi che gli impediva di essere se stesso per vivere con le sua inseparabili stampelle ma senza rinunciare al sogno di giocare a calcio.

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“Allenarmi con i normodotati non mi realizzava a pieno perché così non riuscivo a capire le mie vere potenzialità – ha spiegato – così ho deciso di creare un gruppo su Facebook per raccogliere chi, tra gli amputati o nati senza una gamba come me, avesse voglia di mettersi in gioco con una squadra dedicata come già avviene in molti altri stati. I contatti sono stati tanti e così eccoci qui a vestire la maglia della Nazionale che ci ha portato in numerosi paesi tra amichevoli, Europei e Mondiali. All’estero il movimento è più sviluppato ma crescerà anche in Italia”.

Per chi volesse conoscere la storia di Francesco Messori è acquistabile online il suo libro: edito da Aliberti, si intitola “Mi chiamano Messi”, giocando sul suo cognome e la sua passione per il calciatore argentino. “L’ho incontrato di persona due volte – ha spiegato Francesco – la seconda a Barcellona mi sono fatto fare la sua firma sul braccio e il giorno dopo sono corso  a tatuarmela. Crescere senza una gamba non è affatto facile, i momenti bui non sono mancati, ma ora sono felice di ciò che ho raggiunto permettendo anche ad altri di realizzare il loro sogno. Il mio punto debole è diventato il mio punto di forza e consiglio a tutti voi ragazzi di fare lo stesso affrontando i vostri difetti per trarne qualcosa di buono e unico”. A lui il nostro grazie per la disponibilità e l’esempio.

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