Martedì 23 novembre due quinte dell’indirizzo moda hanno incontrato la scrittrice Tea Ranno. Nata a Melilli, in provincia di Siracusa, nel 1963, dal 1995 vive a Roma. Laureata in giurisprudenza e si occupa di diritto e letteratura e ha pubblicato per e/o i romanzi Cenere (2006, finalista ai premi Calvino e Berto, vincitore del premio Chianti) e In una lingua che non so più dire (2007).
Nel 2012 per Mondadori esce La sposa vermiglia e nel 2014, sempre per Mondadori, Viola Fòscari. Nel 2018 per Frassinelli esce Sentimi e nel 2019 per Mondadori L’amarusanza.
L’incontro si è aperto con la scrittrice che ha detto che come le ragazze imparano a cucire gli abiti, così un narratore intreccia le storie. Per presentare il proprio lavoro alle studentesse Tea Ranno ha paragonato il romanzo a un abito lungo da sera e il racconto al tubino di Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”.
Il racconto è preciso e essenziale, il romanzo è come un arazzo. In “Sentimi” il personaggio di Adele è il filo rosso che unisce i racconti come i fili degli abiti.
Il confronto è partito da questi stimoli e poi le studentesse hanno avuto modo di fare tante domande sulla condizione femminile e sulle storie di femminicidio presenti nel libro, riflettendo sulla propria condizione di donne.
In sintesi, la violenza sulle donne è cosa del Medioevo e la scuola è il luogo principale per imparare a opporsi/combatterla/sconfiggerla e soprattutto per non farla ingelosirla. #noallaviolenza