Tre squadre italiane dominano l’Europa

Le coppe europee del 1988/89 furono una delle più grandi stagioni sportive per il calcio italiano, siccome, tre squadre riuscirono ad arrivare in finale delle maggiori competizioni europee.

A causa di motivi anagrafici non ho potuto vivere in prima persona la stagione del ‘88/89 e i vari successi che questa ha portato. Ciò nonostante, proverò ad analizzare i punti salienti delle competizioni e di come due squadre su tre abbiano
“portato a casa” la coppa, consolidando il primato del calcio italiano a livello europeo. Dopo la stagione ‘87/88 in cui le squadre italiane non riuscirono ad imporsi sulle avversarie europee, la voglia di riscattarsi era molta e la nazione rappresentata (in Europa) da: Milan ( Coppa dei Campioni), Napoli ( Coppa Uefa),
Roma( Coppa Uefa), Juventus ( Coppa Uefa) e Sampdoria ( Coppe delle Coppe) si avviava verso una delle stagioni più gloriose. Ma chi tra queste squadre riuscirà ad andare in finale? E chi riuscirà nell’impresa di vincerla?

Sampdoria ‘88/89

LA SAMPDORIA: “VEDERE GIOCARE SAMPDORIA È COME SENTIRE BELLA MUSICA” Vujadin Boskov.

Dopo aver conquistato la coppa Italia nella stagione ‘87/88 la Sampdoria, allenata da Vujadin Boskov riesce a qualificarsi alla Coppa delle Coppe (competizione europea nata nel 1960, riservata alle vincitrici delle principali coppe nazionali) iniziando così il proprio percorso europeo contro la formazione svedese del
Norrköping, riuscendo (nel totale delle due sfide poiché la competizione prevedeva andata e ritorno) a vincere per 3-2. Negli ottavi di finale, la squadra ligure dovette affrontare un avversario ostico quale: Carl Zeiss Jena, ma, dopo un pareggio ottenuto nella gara di andata, al ritorno la Sampdoria riuscì a vincere per
3-1; qualificandosi ai quarti di finale in cui trovò la Dinamo Bucarest. Decisivo fu il gol di Gianluca Vialli che permise di andare in semifinale ed affrontare il Malines (nome francese per indicare la città di Mechelen) un vero e proprio galeone pirata che seminava il panico in Europa a fine anni ’80. La finale però, venne conquistata dai liguri, grazie ad un’ottima prestazione nella partita di ritorno, che portò il complessivo sul 4-2 e diede l’accesso alla finale Berna contro il Barcellona, quest’ultima ebbe la meglio (2-0) sulla Sampdoria, andando a vincere per la terza volta la competizione.

Napoli dopo la vittoria della coppa UEFA.

IL NAPOLI: “AVER GIOCATO A NAPOLI TI RIMANE PER TUTTA LA VITA ADDOSSO” Claudio Bellucci.

Ad un passo dalla vittoria del campionato italiano del 1987/88 Il Napoli si afferma come una delle squadre più forti in vista delle prossime competizioni europee, qualificandosi per la Coppa Uefa (attuale Europa League). La squadra guidata da Ottavio Bianchi riuscì nell’impresa vincendo la finale contro lo Stoccarda, andando così a scrivere una pagina indelebile della sua storia e avviando il domino italiano nella competizione (squadre come Inter, Juventus e Parma trovarono la vittoria, andandosi a ripetere a distanza di anni). La fase eliminazione diretta iniziò contro il PAOK e dopo una vittoria di misura (2-1) il Napoli riuscì a passare alla fase successiva dove incontrò il Lokomotive Lipsia per potersi assicurare un posto tra le
migliori 16 d’Europa. L’approdo alla finale fu possibile soltanto dopo le vittorie ottenute contro la Juventus (quarti di finale) e il Bayern Monaco ( semifinale), quest’ultimo forse l’avversario più forte che il Napoli potesse incontrare, ma una volta sconfitti i bavaresi vi era soltanto un ultimo scoglio prima di alzare la
Coppa al cielo. L’avversaria del Napoli in finale era un’altra squadra tedesca lo Stoccarda, la quale, aveva eliminato la Dinamo Dresda per poter ottenere un ticket per la finale. Dopo le due sfide valide per decidere le sorti della competizione, a spuntarla nel totale è il Napoli che passa sui tedeschi con un 5-4.

Il Milan dei tre olandesi: (da destra) Gullit, van Basten e Rijkaard

IL MILAN: “THE BEST FOOTBALL TEAM OFF ALL TIME”. World Sport sul Milan di Sacchi

Da interista mi duole dire che quel Milan era forse una delle squadre migliori della storia del gioco, riuscendo a vincere il campionato italiano del 1987/ 88 la squadra milanese ottiene il pass per la Coppa dei campioni, la competizione europea più importante, quella che tutte le grandi squadre bramano più di ogni altra cosa e che ahimè fu proprio il Milan di Arrigo Sacchi a vincere. Anzi a stravincere! Guidati da uno stratega quale Sacchi e dal tridente olandese di Gullit, van Basten e Rijkaard. Il Milan era una squadra capace di arrivare in semifinale dominando in lungo e in largo in tutti i campi, battendo: Vitosa Sofia, Stella Rossa, Werder Brema fino ad arrivare a battere per 6-1 il Real Madrid, la società più blasonata d’Europa,
forse del mondo, ma che si dovette abbassare davanti ai diavoli rossi. Così come per la semifinale anche per la finale non ci fu partita, affrontando a Barcellona il 24 maggio 1989 la Steaua Bucarest e per raccontare di come andò la partita mi avvalgo di uno che quella partita la vide, anzi, la sentì ovvero Bruno Pizzul che
disse:” Il pallone è nella metà campo dello Steaua e Ancelotti, che lo colpisce di testa, lo dà a Rijkaard, Rijkaard a Gullit, Gullit a Colombo. Tre quarti di campo, Colombo largo per Tassotti, arriva Tassotti sul quale gioca Ungureanu, palla fuori ancora per Colombo. Sinistro di Colombo, respinge il portiere! Bumbescu,
mischia, Gullit… gol! Gol! Gol di Gullit!” in occasione del secondo gol di Gullit. La partita finì poi 4-0 e come dice l’Equipe: “Prima c’era il gioco del calcio, poi è arrivato il Milan. Da quel momento tutto è cambiato”.

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