Ebbene sì, siamo di nuovo zona rossa. Dopo l’entrata in zona arancione scuro del 4 marzo, saremmo dovuti rimanere in questa colorazione per 18 giorni, ovvero fino al 21 marzo, nella speranza di riuscire ad abbassare i casi giornalieri e di poter tornare il più presto possibile in zona arancione o, sogno di molti, zona gialla.
Ma con le provincie a noi affiancate di Modena e Parma già rosse da un po’ di tempo, dovevamo aspettarcelo. Così dopo soli 11 giorni di zona arancione scuro siamo passati al “livello successivo” nella massima restrizione.
I motivi di questo passaggio di colore sono stati molteplici, ma il motivo principale è stato l’aumento dell’indice R/T che è salito fino all’1,34. valore di per sé non estremamente alto ma abbastanza per cambiare di colore, infatti per tornare alla zona precedente questo valore dovrebbe scendere sotto 1,25.
Quindi, dopo aver spiegato i motivi di questa zona detestata da tutti, possiamo affermare di essere appena entrati nel terzo lockdown…
Ma ci sono alcune differenze tra questo nuovo lockdown e quello di un anno fa.
Infatti nella zona rossa che è iniziata lunedì 15 e durerà, per ora, 2 settimane ci sarà il classico divieto degli spostamenti che già conosciamo da tempo; per la gioia di molti si tornerà alla dad al 100% per ogni scuola di ordine e grado (dalle elementari fino alle università); divieto di spostamento anche all’interno del proprio comune; divieto di far visita ai propri parenti e amici; chiusura delle attività commerciali non essenziali, tuttavia però rimane la possibilità di spostarsi nelle seconde case anche se in altre regioni.
Approfondiamo ora questi limiti:
Scuole
Dall’asilo nido al liceo tutti a casa. Lezioni in classe possibili solo per i ragazzi portatori di handicap. Niente più lezioni in presenza per tutti gli alunni, dagli asili nido alle scuole superiori (consentito però lo svolgimento delle attività di laboratorio) nelle regioni rosse. Lo stesso vale in tutti i Comuni dichiarati rossi con ordinanze locali, a prescindere dal colore della regione. Gli studenti portatori di handicap o con bisogni educativi speciali potranno continuare ad andare in classe. Per quanto riguarda gli atenei sono le singole università a decidere quali attività formative indispensabili possono essere mantenute in presenza, nel rispetto del protocolli e sentito il Consiglio universitario regionale. E lo stesso vale per esami e sessioni di laurea, di cui va garantito svolgimento e modalità pubblica (anche telematica).
Spostamenti, torna l’autocertificazione
In zona rossa non si può uscire di casa se non per andare a fare la spesa, buttare la spazzatura, andare a correre o fare una passeggiata attorno a casa anche con i propri figli, portare fuori il cane nei pressi della propria abitazione, raggiungere il luogo di culto più vicino, andare a comprare il giornale. Non si può uscire dal proprio comune o dalla propria regione se non per lavoro, urgenza o salute. Tra queste eccezioni restano sempre valide quelle relative all’assistenza a persone anziane non autosufficienti, figli minori o attività di volontariato nell’ambito del Servizio civile nazionale, per la gestione dell’epidemia in corso, per l’addestramento di unità cinofile o per l’assistenza agli animali.
Anche gli atti notarili di compravendita di una casa rientrano tra le ragioni valide per spostarsi tra regioni. Se non vietato da ordinanze locali e se ci si è trasferiti nella seconda casa, sia essa di proprietà o affittatta, vi si può rientrare dopo il lavoro anche fuori regione, una famiglia alla volta. Altri spostamenti verso seconde case possono riguardare solo lavori di somma urgenza, tipo un allagamento. Lo svolgimento di visite turistiche guidate non è consentito in area rossa. Si può andare in auto, per necessità, con persone non conviventi indossando tutti la mascherina: il guidatore e due passeggeri al massimo per ciascuna ulteriore fila di sedili posteriori. Per muoversi da casa è obbligatoria l’autocertificazione, preferibilmente da stampare e compilare.
Visite ad amici e parenti, solo a Pasqua
La deroga di Natale ormai è solo un ricordo: chi vive in una zona rossa non può andare a trovare a casa amici e parenti nemmeno una sola volta al giorno. Sono escluse da questo divieto le visite anche fuori comune o fuori regione per ragioni di necessità, urgenza e salute, come l’andare a trovare un anziano non autosufficiente o un figlio minore. Lo stesso vale per le attività di volontariato. Vietate invece le visite in carcere e alle persone ricoverate in una struttura detentiva a carattere ospedaliero, che possono svolgersi solo a distanza.
Il 3, 4 e 5 aprile, ovvero a Pasqua, anche nelle zone rosse ci si può spostare all’interno dei confini regionali tra le 5 di mattina e le 22 per far visita ad amici e parenti, una sola volta al giorno, massimo in due più eventuali minori di 14 anni al seguito o persone non autosufficienti. Proprio come a Natale.
Bar e ristoranti, solo asporto ma non sempre
In zona rossa bar, ristoranti e locali devono chiudere. Dalle 18 alle 22, ora in cui scatta il coprifuoco, è ovunque possibile l’asporto sia di piatti che di bibite da ristoranti, negozi al dettaglio di bevande ed enoteche, ma non da bar e attività simili senza cucina. Via libera a oltranza alle consegne a domicilio.
Negozi e mercati, solo acquisti necessari e un familiare per volta
Nelle zone rosse i negozi sono chiusi, tranne quelli di prima necessità: alimentari, farmacie, librerie, elettronica, ferramenta, edicole, profumerie, tabaccai, giocattolai e vivai. Mercati e centri commerciali sono chiusi anche nei giorni feriali ma i negozi essenziali al loro interno possono restare aperti. A fare la spesa bisogna andare uno alla volta per nucleo familiare.
Servizi alla persona, off limits.
Barbieri, parrucchieri e centri estetici chiudono in zona rossa. Sempre in zona rossa stop anche a tutti gli altri servizi alla persona ad eccezione di lavanderie, tintorie e pompe funebri. Restano sospese le attività dei centri benessere e dei centri termali.
Palestre e piscine, il fitness solo all’aperto e vicino casa. Fermo il calcetto e il padel. Parchi aperti
Palestre e piscine restano chiuse in ogni città d’Italia, tanto più in zona rossa. Via libera anche alla corsa o alla biciclettata purché siano attività individuali, si svolgano nei pressi della propria abitazione e si mantengano due metri di distanza da chiunque. Se durante l’attività fisica si sconfina in un altro Comune, questo non è punibile, purché tale spostamento resti funzionale unicamente all’attività sportiva stessa e la destinazione finale coincida con il Comune di partenza. Restano sospesi anche gli sport di contatto, dal calcio al judo, a meno che non siano all’interno di competizioni sportive d’interesse nazionale. Stop anche agli altri sport nei circoli sportivi, pubblici e privati, sia all’aperto che al chiuso: si fermano quindi anche le partitelle a padel o a tennis. Vietata anche l’attività venatoria. Parchi e giardini cittadini restano invece aperti.